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dialogando sul diabete il blog di Ennio Scaldaferri

Nuovo Anno e vecchi ricordi: le escursioni sul Monte Alpi, a Latronico

Posted on | gennaio 6, 2014 | 10 Comments

Il Monte Alpi, territorio di Latronico, è una specie di “errore geologico”, perché pare che non dovrebbe esser lì. Ma invece c’è, come una specie di cono rovesciato, con parete ripide, spettacolarmente rupestri e strapiombanti e cosparse di pini loricati a Ovest, più accessibili a sud, lato dal quale è di solito fotografato.

Latronico con sullo sfondo il Monte Alpi, foto Ennio Scaldaferri

Il Monte Alpi fa da sfondo a Latronico

Tre tipiche cime e alcune minori; la più alta, Pizzo Falcone , il vero Monte Alpi, che con i suoi 1900 m. è fra le più elevate dell’Appennino Lucano. Ma l’escursione si fa classicamente alla cima di mezzo, Santa Croce, m. 1893, che per prospettiva sembra la più alta.

Estese cerrete e faggete, pascoli, un ambiente incontaminato, un paesaggio incredibile a 360° e un minimo di turismo.E’ sito di importanza comunitaria[1].

Il Monte Alpi e i Latronichesi

Latronico ha un rapporto strettissimo e contraddittorio con il Monte Alpi. Intanto in dialetto esso non è un monte, ma semplicemente “l’Arpu”, con il quale si tiene un rapporto ambivalente: temuto – credo che gran parte dei latronichesi mai sia stato fin in alto partendo dal paese – ma anche guardato con orgoglio come cosa che altri non hanno. Riserva “energetica” specie in passato, i farmacisti che furono vi si recavano sistematicamente per raccolte di erbe medicamentose; i notabili di fine ‘800 e inizio ‘900 vi trascorrevano vari giorni in un campeggio posizionato in una tipica valletta a circa 1500-1600 m, nominata Valle Fiorita (“çhiana fiurita”). In cambio ci segna l’inizio dell’inverno, con il suo precoce imbiancarsi; ci riparava, e lo fa ancora, dai venti gelidi di Nord-Est – “a vòria” – e d’estate il suo oscurarsi ad ovest indica un improvviso calo della temperatura.

Estinti i farmacisti di allora, mezza popolazione emigrata, pascoli e boschi semi-abbandonati, di turismo manco a parlarne, del Monte Alpi più recentemente non si è fatto alcun utilizzo, se non da parte dei cacciatori. Almeno “in casa”.

Vari gruppi escursionistici si allenano sulle pareti Ovest

Santa croce del Monte Alpi_Vecchio e nuovo percorso in grafico

Grafico escursione dal costone est e da Piana Fiorita

Perché da fuori vengono vari gruppi di escursionisti e la parete ovest è stata segnata da vie alpinistiche compreso vie sciistiche, da alcune sezione del CAI[2] che fanno anche corsi di alpinismo su roccia; le immagini delle “lisce d’Arpu”[3], placche di roccia liscia e compatta alternata a cenge e gradoni, mi hanno non poco sorpreso, specie quando leggendo la descrizione ho appreso come la via, la più lunga dell’Italia meridionale peninsulare, mostra difficoltà fino al VI+ (foto).
Perché sorpreso? Perché pur passando varie settimane a Latronico mai ho avuto sentore di simili attività, proprie di altre ben più importanti montagne.

E le semplici passeggiate per escursionisti non esperti?

Quando ero giovanissimo non si concepiva proprio la passeggiata al Monte Alpi, ma io per fortunata coincidenza potetti fare la mia prima escursione proprio da adolescente: guida di eccezione il temuto Maresciallo Neri (carabiniere in pensione), spauracchio dei ragazzi, perché allora la strada era nostra e in quella si viveva e immagino si disturbasse non poco. Ma in montagna il Maresciallo era una guida impareggiabile. Essendo il figlio Peppino mio compagno di giochi (e di urlate quando eccedevamo in strada) capitò che fossi nvitato. Fu permesso dai miei, con una certa apprensione, perché allora sembrava una cosa propria da grandi. Ed in effetti non era una passeggiata: l’itinerario era lungo ed ostico e certo non si disponeva dell’armamentario tecnico di ora (il mio zaino era quello che mio padre usava da “soldato”!).

La mia prima escursione

Partimmo, nel giorno stabilito, 2 adulti e 2 ragazzi, dalla piazza del paese puntuali a mezzanotte – a piedi ovviamente – per giungere alle falde della montagna dopo 2 km e mezzo circa di strada rotabile e quindi, evitata accuratamente la mulattiera, dopo breve sosta di orientamento, intraprendemmo l’ascesa inerpicandoci lungo il costone est – Coste le Ghiaie – per coprire da quel punto un dislivello di 800 m. con notevole pendenza. Con quale luce? Quella della luna. Salita aspra? Si molto. Ma c’erano sentieri? Sì, quelli delle capre. E’ nitido il ricordo di quella prima volta. Ai piedi del costone, nero, incombente minaccioso, con davanti ore di cammino, nel silenzio assoluto, senza poter tornare indietro, un brividetto di paura. Peppino, più grande, mi sostenne. Ho sempre pensato che il maresciallo non se ne accorse, ma così non era. La sua guida era impeccabile. La salita non finiva mai, ogni tanto sembrava prossima la cima, ma poi si trattava solo di uno spuntone giunto sul quale un altro se ne parava più in alto. Sembrava non dovesse finire mai.

All’alba il primo traguardo, Punta del Corvo, a 1742 m. In uno spazio ristretto con precipizi davanti e dietro il maresciallo ci dispose, rigido, lì. Grande la ricompensa: nell’incerta luce un panorama ineguagliabile, pur nel freddo pungente, monti, paesi in distanza e in fondo il luccichio del mare a sud est. Emozionato volsi lo sguardo verso Latronico, proprio lì sotto: un dislivello di poco meno di 1000 m. ci separava.

Niente discorsi là sopra a quell’ora, solo ascoltare il vento in silenzio, riverenti.

Ancora su, dopo, Santa Croce, poi Pizzo Falcone, che è la vera punta, per la verità arrotondata, del Monte Alpi; infine la discesa con lunga sosta e pasto alla sorgente Gavitoni. Indi il rientro sul far della sera. Distrutti.

In seguito, più grande, con gruppetti di amici, quelli di sempre, abbiamo rifatto quel faticoso tragitto più volte. L’entusiasmo ci muoveva, lontani mille miglia dal pensare che c’è un versante del monte adatto alle scalate vere e proprie. Poi per anni ed anni non sono più andato, ma ricordi ed racconti di quelle escursioni sono tanti e tutti cari.

Quell’ itinerario e quella modalità di “prendere” il Monte Alpi, di “misurarsi” con esso, credo sia caduto in disuso e le attività alpinistiche professionali sono storia recente.

Il Monte Alpi ora

Il Tratto finale verso Santa Croce

Il Tratto finale verso Santa Croce

Ma nel frattempo è cambiato tutto. Si va in macchina o con il trattore per un ampio tratto: qualche anno fa, infatti, non so quale strampalato e sprovveduto amministratore di Latronico, essendo piovuti un po’ di milioni nella nostra italica assenza di ogni programmazione si pensò di costruire una strada fin quasi a Piana Fiorita. Già, Piana Fiorita, il nome giusto per un parcheggio. Chissà che incremento turistico si pensava ci sarebbe stato. Nulla ovviamente. La strada, non essendo stata programmata alcuna manutenzione, è ora un tratturo “in estinzione”. E fa davvero specie vedere andare in pezzi pregevoli lavori come le barriere di protezione davvero ben costruite e rivestite di legno oramai ischeletrite.

Meraviglia? No, è la nostra storia, di questa povera Italia senza capo né coda.

Dimenticato il costone est dai più – almeno io credo – grazie ai trattori gruppetti vari di giovani raggiungono e per giorni bivaccano nei boschi in alto. Non so con che programma di valutazione e di studio del territorio. Non so se interfacciano con le varie équipe di escursionisti che vengono da fuori.

Tuttavia qualcuno è ancora tentato dal costone est…

Quest’anno mio figlio con 2 amici ha rifatto quel vecchio percorso. Uno di loro lo aveva più volte compiuto. Lo vedete in figura. Mi ha detto che è stato molto duro. Non c’è più il pascolare delle capre che teneva pulito il fianco del monte, ma ne era molto soddisfatto. A me è piaciuto e l’ho seguito con commozione. Anche per tutti quei segreti motivi, giusti o sbagliati che siano sul piano stretto delle relazioni, che ti fanno piacere ciò che il figlio fa che tu una volta facesti… E poi mi ha fatto rivivere il mio giovanile andare.

Perché ogni volta che sono a Latronico guardo e fotografo il monte, immagino di incamminarmi, e resta un cammino immaginario, perché gli eventi della vita non me lo hanno più consentito.

E ad ottobre…

Ad ottobre ho tentato… Da anni non mi recavo a Latronico per il ponte dei “Morti”, però quest’anno ho pianificato un ritorno per quella circostanza. Il tempo era splendido, ho fatto lunghe passeggiate preparatorie, poi mi sono rivolto ad Antonio, l’amico di sempre. Antonio non è una persona comune. Il suo sapere pratico e la sua affidabilità in tutto lo rendono un compagno di viaggio ineguagliabile. E non solo. Stavo bene, le giornate luminose. Così una sera lo incontro e gli dico: “’ndò, jamu a l’Arpu crai?” Antonio non è di molte parole. Mi guarda, sorride e “jamu, ‘u putimu fà”.

E siamo andati. Non dalla mezzanotte. Questo non più. Ma utilizzando i resti della strada.

Ennio e Antonio A Santa Croce IMG_3953

Da Santa Croce verso Latronico e la valle del Sinni

Poi via fin sopra, cinque km andata e ritorno, circa 500 m di dislivello raccolti nell’ultimo tratto, attraverso la faggeta prima e una ripida pietraia dopo, mozzafiato e mozza gambe – per me – priva di sentieri. Antonio, sano e robusto, a sorvegliarmi, senza darlo a vedere, amico prudente e sollecito, come pochi sanno esserlo. Ce l’abbiamo fatta. Non so dire l’emozione. Seduti in cima abbiamo fatto un ricco spuntino, raccontandocela, che quasi ci coglieva sera. Un traguardo per il quale pur essendomi silenziosamente allenato, non ero certo di raggiungere e che ti dà la sensazione di esserci ancora nonostante tutto.

La mia compagna da una vita mi ha osservato, mentre mi preparavo, da distante. E sostenuto. Di solito piuttosto in ansia per me, questa volta fiduciosa e incoraggiante. Le sono grato.

Forse un giorno dirò a mio figlio e ad Antonio: vogliamo andare? per il costone est? Chissà se “u putimu fa”.

 



[1] Siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea con denominazione: “ Alpi – Malboschetto di Latronico, cod.:  IT9210165”

[2] Monte Alpi, parete W, Via della Continuità”,  29 settembre 2002… “per quel che ci risulta rappresenta la via di roccia più lunga sinora aperta in Appennino Meridionale…”In Sentiero Degli Dei L’appennino Meridionale – Cai Na, Pag 69 E 77”.

[3] Le Lisce d’Arpe, nuova via d’arrampicata sul Monte Alpi in Basilicata del 03.10.2013 di Cristiano Iurisci, in www.planetmountain.com

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Comments

10 Responses to “Nuovo Anno e vecchi ricordi: le escursioni sul Monte Alpi, a Latronico”

  1. Enzo
    gennaio 8th, 2014 @ 00:04

    Mi piace, Ennio. Un bellissimo racconto, scritto col cuore. In punta di penna. Complimenti e spero anch’io di venirci, una volta con te, sull’Arpu.

  2. dario
    gennaio 8th, 2014 @ 14:41

    carissimo dottore,
    complimentoni per il blog e grazie mille di cuore per le bellissime parole spese per il mio paparuccio! grazie ancora di cuore
    a presto
    Dario

  3. luciana deambrogi
    gennaio 8th, 2014 @ 16:41

    bello. La prossima volta,forse, non mi farò fermare dal timore di non farcela, impedendo la realizzazione del “sogno”.

  4. Rosario Diego
    gennaio 8th, 2014 @ 21:08

    Forse perché noi non viviamo più a Latronico, ma questo monte ci affascina come non mai, e come disse G.Guarino per il cinquantesimo del 18 agosto potentino, “portammo con fierezza ovunque il fardello dei nostri mali e la nostalgia senza fine delle nostre montagne deserte”

  5. Bettino
    gennaio 9th, 2014 @ 21:41

    Ho letto, EMOZIONANTE: non ti avrei seguito lassu’,lo sai. Ma devo riconoscerti il tuo grande Amore per i luoghi che legano indissolubilmte un latronichese a Latronico. Grazie Grande Cugino e caro amico

  6. Emiliano
    gennaio 9th, 2014 @ 21:52

    Grande doc! per me camminare in montagna sta diventando difficile, ma un giorno ti racconto la mia piccola avventura diabetica della mia prima corsa in salita (30 km)..la Cortina Dobbiaco!
    Emiliano

  7. Gaetano
    gennaio 12th, 2014 @ 17:36

    Ciao Ennio, ho letto con grande attenzione la tua narrazione. Che dire? Chapeau!
    Complimenti per la descrizione e per la passione con la quale e dalla quale si evidenzia il tuo amore per la natura, la tua grande sensibilità e la cultura di chi ama e vive la montagna. Il Monte Alpi,come tu hai ben evidenziato rappresenta una grande eccellenza geologica e idrogeologica, una potenzialità nascosta per il Parco Nazionale del Pollino(perché anche se a Latronico pochi lo sanno, Monte Alpi è uno dei tre massicci montuosi del Pollino). Purtroppo l’incuria(di amministratori e cittadini)e la scarsa cultura della montagna non hanno dato la spinta giusta affinché questo lembo meraviglioso di terra diventasse meta di escursionisti e viaggiatori alla ricerca di angoli nascosti.
    Un abbraccio. Gaetano

  8. Annibale
    marzo 4th, 2014 @ 19:12

    Il tuo racconto mi ha fatto rivivere i momenti e le sensazioni che provai durante le prime escursioni fatte sul Monte Alpi. Questo nostro gioiellino meriterebbe, da parte di tutti, ben altra attenzione come ha già puntualizzato Gaetano. Concordo con te per quanto riguarda la mancata manutenzione della strada ma non sulla sua realizzazione (sulle dolomiti si arriva in auto ad un passo dalle cime) e per quanto riguarda le cause del suo degrado ne hanno, a mio parere, gran colpa gli ecologisti che all’epoca della sua costruzione con le loro proteste non consentirono di asfaltarla (era prevista solo fino a prima del bosco Teduri) e, quindi, essendo in terra battuta, provocato l’inevitabile dissesto.
    Saluti affettuosi
    Annibale

  9. Pietro
    giugno 17th, 2015 @ 16:23

    bellissimo ma volendo salire sul monte alpi partendo da Latronico quale percorso proporrebbe

  10. Ennio Scaldaferri
    giugno 22nd, 2015 @ 20:43

    Caro Pietro, dipende dalla esperienza che si ha nel percorrere i sentieri di montagna… e dall’età… Oggi, come ho scritto, si sale con il trattore sino abbastanza in alto e poi si va praticamente dritto verso Santa Croce: comunque non è facilissimo. Poi ci sono tante altre vie a partire da Favino, da Piè d’Alpi. Il percorso più affascinante è quello che facevo con il Maresciallo. Lo stesso che ha fatto mio figlio l’altra estate. E’ duro. Bisogna partire prestissimo al mattino, con buon rifornimento di acqua. Si può fare solo con chi ne abbia esperienza e funga da guida. Credo che noi disponiamo della traccia gpx… Grazien per il commento.

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