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dialogando sul diabete il blog di Ennio Scaldaferri

Siamo proprio sicuri che sia il Colesterolo il nemico da sconfiggere? E le altre Frazioni lipidiche invece? E Il rischio totale? (art. 2)

Posted on | novembre 1, 2013 | No Comments

Una spia che si accendeE come sottotitolo possiamo riprendere la frase con cui ho chiuso il precedente articolo “… è corretto considerare solo il valore del colesterolo totale (Col-T), ignorando le altre “frazioni lipidiche”, vale a dire gli altri tipi di Grassi (o lipidi) che si trovano nel nostro corpo?”.

Breve riassunto del precedente articolo

 In questo ho chiarito che il valore del Col-T, grande o piccolo che sia, di per sé non sempre è sufficiente a definire se e quanto sia nocivo: è, invece, il suo valore sommato agli altri fattori di rischio – alterazioni come diabete o ipertensione o situazioni o condizioni come fumo, sedentarietà o ereditarietà ecc. – che tutti insieme considerati ci diranno quanto grande sia il rischio di ammalarsi di aterosclerosi.

L’esercito nemico da sconfiggere

In altri termini, l’aterosclerosi, con le sue gravi conseguenze, è il nemico da sconfiggere ed il Rischio Totale di ammalarsi è  l’esercito da combattere;  allora le operazioni da fare sono due:

1)      Definire la potenza dell’esercito nemico – il rischio totale che corriamo – per approntare un sistema difensivo adeguato.

2)      Studiare i singoli componenti di questo esercito – vale a dire i vari fattori di rischio – per schierare le armi adatte alle caratteristiche offensive di ciascun componente.

E  per l’appunto in questi articoli stiamo valutando tutte le sfaccettature del “reparto offensivo  colesterolo (meglio dire Dislipidemia)”: vale a dire la sua capacità di danneggiarci, di danneggiare le nostre arterie. Ma la potenza totale, cioè il Rischio totale, complessivo, di venir danneggiati, come lo si misura?

Un mezzo per definire la potenza del nemico: il Sistema HeartScore

Per definire il rischio cardio-vascolare totale di una persona non ci si basa su impressioni, ma su veri e propri calcoli da fare con determinati sistemi riconosciuti dalle Società Scientifiche e anche dagli organi governativi ufficiali.

In Europa e l’Italia si usa il “sistema HeartScore”, un vero e proprio calcolatore del rischio, il quale utilizza fra l’altro proprio il valore del Col-T e della pressione. Il risultato che si ottiene, il “numero”, va poi valutato nel contesto di quella persona, va cioè trasformato in un “dato”   utilizzabile (vedi l’allegato con illustrazione) per prendere decisioni.le informazioni errate sono particolarmente pericolose in medicina

 Col-T, continuiamo ad approfondirene la sfaccettature

Due punti ancora vanno approfonditi, affinché sia chiaro quanto erroneo sia tranquillizzarsi perché tanto si ha soloun po’ di colesterolo.

A)    Vediamo il primo punto attraverso alcune domande che ci aiuteranno a chiarirlo:

  • come faccio a decidere quanto potente deve essere la cura, una volta stabilito che il mio Col-T non è proprio a posto?
  • A che valore debbo portare questo benedetto Col-T per stare tranquilli?

Ecco alcune possibili risposte:

  • bisogna regolarsi in base a quanto è alto il Col-T prima di iniziare la cura;
  • oppure: “basterà portarlo a valore normale in modo che nel referto di laboratorio alla voce Col-T non ci siano più stelline” regolando intensità e tipo di cura in relazione a questo obiettivo;
  • o anche qualcuno potrebbe citare il rapporto, intendendo per questo il rapporto fra Col-T e le HDL (il colesterolo buono).

cosa serve dosare il Col-T e le LDL: tratto dalle linee guida europee sulle dislipidemie del 2012Queste risposte non sarebbero proprie corrette.

Ed ecco la sorpresa: il Col-T serve… e non serve…

Quelle appropriate, belle e chiare, le troviamo nelle Linee Guida Europee[2] [3]. In Italia in questo momento sono il riferimento giusto insieme alla Nota 13 che regola a chi è concesso l’uso dei farmaci gratuitamente[4].

Da esse si deduce che:

  1. il valore del Col-T preso da solo non è utile per definire la dislipidemia né per prendere decisioni sulla cura;
  2. nelle singole persone se considerato isolatamente può essere addirittura fuorviante: allertiamoci comunque se supera i 185-190 mg/dl e spaventiamoci moltissimo se supera i 290-300;
  3. Il valore del Col-T serve essenzialmente per essere utilizzato nei programmi di screening per il calcolo del rischio con il sistema HeartScore (insieme ad altri fattori);
  4. Il tipo e l’intensità della terapia NON si stabilisce in base al valore del Col-T, ma in base a quello del Colesterolo Cattivo (detto“Colesterolo LDL” o semplicemente le “LDL” o “LDL-C”) che quindi è è anche il vero obiettivo della cura;
  5. il valore cui bisogna portare le LDL dipende da numerosi fattori, quindi è diverso da soggetto a soggetto;
  6. se non si hanno altri fattori di rischio un buon valore di LDL è sotto 115 mg/dl: chi è sopra, meglio che si preoccupi.

La chiacchierata in pizzeria che nel prossimo articolo vi riporterò, chiacchierata realmente avvenuta, vi farà capire molte altre cose.

 Il Secondo Punto di cruciale importanza, che vedremo in seguito, ci aiuterà a Lipoproteine e note varie sulle dislipidemiecompletare questo “giro” intorno al colesterolo: parlerò delle altre “frazioni lipidiche“,  come dire degli altri tipi di “Lipidi”, di “Grassi” che è necessario ricercare per avere un quadro completo ed una cura davvero utile: l’immagine al lato vi dà una idea di quante altre, oltre al Col-T, ne girano nel nostro corpo e della complessità del problema. (Continua)



[1] Per approfondire l’argomento si può leggere.

www.diabetologando.it/archives/1942, www.diabetologando.it/archives/2020,

www.diabetologando.it/archives/1217, www.diabetologando.it/schede-mediche/lipidi-e-ateriosclerosi

www.diabetologando.it/schede-mediche/linee-per-la-prevenzione-cardio-metabolica

[2] Linee Guida Europee per la Gestione delle Dislipidemie. European Heart Journal (2011) 32, 1769–1818

[3] Linee Guida Europee per la prevenzione Cardiovascolare nella pratica clinica (versione 2012). European Heart Journal (2012) 33, 1635–1701.

[4] Nota 13 dall’AIFA: http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/Modifica_Nota_N13.pdf

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