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dialogando sul diabete il blog di Ennio Scaldaferri

In ambulatorio, le delusioni:”… ma in questi anni dunque non è cambiato nulla? Ed io che speravo…!”

Posted on | febbraio 15, 2013 | 1 Comment

In ambulatorio, le delusioni:”… ma in questi anni dunque non è cambiato nulla? Ed io che speravo…!”

… mi dice tempo fa un paziente venuto alla mia osservazioni dopo anni di assenza. Continuava a fare la stessa terapia e tutto medico e paziente nelle vignette di Altansommato le sue condizioni si erano mantenute buone.

“Il motivo della visita dopo tanti anni?” chiedo cordialmente, anche per alleggerire la tensione che inevitabilmente c’è all’inizio. Soprattutto quando il paziente si sente in colpa, come probabilmente è in questo caso, per avere omesso per anni di sottoporsi ad una qualsivoglia valutazione medica.

Con il timore di aver qualche danno da diabete.

Beh, per fare il punto sulla mia situazione” mi risponde “ma, ad essere sinceri, è che spero che in tutto questo tempo ci sia qualcosa di nuovo. Magari delle medicine più potenti, magari si potrebbe essere liberi dal dover fare tutti i quei controlli che i diabetici debbono fare… insomma, spero che abbia qualche buona nuova da darmi!”.

Domande e speranze legittime. Un paziente diabetico che si voglia ben curare deve indubbiamente sottoporsi ad una notevole quantità di controlli – basti pensare all’automonitoraggio glicemico – che per alcuni sono un grande ostacolo. E poi il WEB è pieno di promesse e di proposte, per lo più inattendibili.

Il colloquio va avanti, la valutazione medica complessiva è favorevole, così posso rassicurarlo.

E però il paziente è altro che vuol sapere. Mi rendo che non ha la percezione dei danni che possono essere causati dal diabete, danni che egli misura da come si sente (e qui sbaglia di grosso). Ciò che veramente gli interessa è sapere se ci sono per lui semplificazioni in quel che deve fare per controllare la malattia. E mi rendo anche conto di quanto sia per lui pericoloso questo atteggiamento.

Per cui decido di essere diretto e incisivo.

In effetti in questi anni sono successe tante cose nuove.- Ci sono nuove insuline, ci sono alcuni farmaci davvero molto utili che si possono prendere per bocca o per iniezione. Insomma sono stati fatti passi avanti.

Il sig. G. mi guarda con sollievo: “allora posso allentare i controlli, basta prendere le nuove medicine?” e per passare immediatamente al pratico: “me le può prescrivere?

“Un momento , un momento”, lo fermo. “non ho finito di dirle quello che c’è veramente di nuovo da qualche tempo” soggiungo, questa volta un po’ severo per non creargli aspettative aggiuntive “ecco che cosa c’è di veramente importante” continuo “ ed è qualcosa di nuovo e di vecchio insieme

Mi guarda con una certa meraviglia senza capire, allora gli elenco i seguenti punti.

Gli standard italiani per la cura del diabete rappresentano le linee guida della SID e della AMD, le principali società di diabetologia nazionali: sono  indispensabile punto di riferimentoLe sacrosante verità:

  1. Abbiamo capito in questi anni, anzi è stato dimostrato, che tutte le nuove cure, e le vecchie, servono ben poco senza un adeguato stile di vita e senza una gestione della propria salute. E quindi:
  2. E’ indispensabile avere un programma di alimentazione corretta e di attività fisica ben organizzata settimanale, cosa che non significa muoversi un po’, ma proprio bisogna stabilire quanto e come. Diciamo scritto su una ricetta come per qualsiasi altro provvedimento
  3. Nessuna terapia può servire veramente al diabetico se egli stesso non impara ad adattarla al suo stile di vita: il che significa che il ruolo del diabetologo è per certi versi marginale: tramite esami e visita certo è indispensabile per valutare lo stato di salute del paziente, o per suggerire una serie di scelte terapeutiche (talvolta la scelta è obbligata) e avviare un programma di informazione e verifica, ma perché poi la terapia funzioni è ineludibile che il paziente la rimodelli, la adatti, la modifichi talvolta giorno per giorno, avendo imparato a farlo.
  4. In buona conclusione, se il paziente non è disponibile a seguire questi semplici principi non c’è niente da fare: poche persone avranno il diabete a posto ed è quasi inutile dedicare tempo e fatica a scegliere questa o quella medicina, perché tanto prima o poi tutte falliranno.

C’è una consolazione però. Il punto 1, cruciale, riguarda tutti, ma proprio tutte le persone che vogliono mantenersi in buona salute.

Il paziente mi guarda meravigliato. “..Ma allora, le nuove medicine? Beh, aiutano, aiutano.. “Ma queste cose me le diceva anche 10 anni fa…!” soggiunge sconcertato.

E’ vero anche questo. Ma anni fa erano intuizioni, ora è dimostrato che si fa così…

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Comments

One Response to “In ambulatorio, le delusioni:”… ma in questi anni dunque non è cambiato nulla? Ed io che speravo…!””

  1. Antonino Pavanel
    febbraio 18th, 2013 @ 14:36

    Come sempre, molto interessante Dottore…

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